La Via Francigena

Tra la fine del primo millennio e l’inizio del secondo, la pratica del pellegrinaggio assunse un’importanza crescente. I luoghi santi della cristianità erano GerusalemmeSantiago de Compostela e Roma e la Via Francigena rappresentò lo snodo centrale delle grandi vie della fede. Infatti, i pellegrini provenienti dal nord percorrevano la via per dirigersi a Roma ed eventualmente proseguire lungo la Via Appia verso i porti pugliesi, dove s’imbarcavano per la Terrasanta.

Viceversa i pellegrini italiani diretti a Santiago la percorrevano verso nord, per arrivare a Luni, dove s’imbarcavano verso i porti francesi, o per proseguire verso il Moncenisio e quindi immettersi sulla Via Tolosana, che conduceva verso la Spagna. Il pellegrinaggio divenne presto un fenomeno di massa, e ciò esaltò il ruolo della Via Francigena che divenne un canale di comunicazione determinante per la realizzazione dell’unità culturale che caratterizzò l’Europa nel Medioevo. È soprattutto grazie ai diari di viaggio, e in particolare agli appunti di un illustre pellegrino, Sigerico, che possiamo ricostruire l’antico percorso della Francigena.

La Via Francigena è un ottimo esempio di ciò che viene chiamato ‘turismo slow’. Si tratta di un’opportunità per un turismo responsabile che prioritizza l’habitat locale, permettendo di vivere il paesaggio circostante nella maniera più autentica, nella lentezza dei passi, osservare ciò che ci circonda, apprezzare la sua bellezza, e, a volte, riconoscere l’impatto ambientale e le problematiche legate alla nostra società contemporanea. In particolare, la mission dell’associazione è quella di sviluppare la sostenibilità dell’itinerario della VF attraverso l’inclusione di tutte le parti interessate, dalle istituzioni europee agli stakeholder locali, in modo da conferire riconoscimento e consolidamento alle identità, culture e tradizioni locali.

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